Le delocalizzazioni finiscono nel mirino del Fisco. La manovra d'estate estende il regime Cfc (Controlled foreign companies) alle società controllate che si trovano in territori anche europei che, pur non rientrando nella «black list», presentano tuttavia un regime fiscale di maggior favore rispetto a quello italiano. La misura punta a contrastare gli insediamenti all'estero di «puro artificio» che si realizzerebbe quando i soggetti controllati sono assoggettati a una tassazione effettiva inferiore a più della metà di quella italiana. Per non incorrere nel giro di vite, il soggetto residente deve dimostrare, mediante interpello, che l'insediamento all'estero non rappresenta una costruzione artificiosa che mira a conseguire un indebito vantaggio fiscale.
La disposizione, però, sembra poter colpire indiscriminatamente tutti i soggetti che delocalizzano, non solo per motivi di comodo. Dalla sua attuazione (immediata), infatti, rischia di uscirne penalizzata la delocalizzazione di tutte le attività produttive dei gruppi italiani nei Paesi maggiormente competitivi sotto il profilo industriale, ad esempio per il mionor costo del lavoro o per il know how nella produzione di particolari beni.